Intervista alla CEO

Leggi l’intervista alla nostra CEO.

Ciao, dimmi, potresti presentarti?

Ciao, buongiorno. Mi chiamo Grazia e sono la fondatrice e CEO di One Country.  La mia formazione è di tipo umanistico e mi sono laureata in lingue moderne. Prima di venire in Giappone pensavo di lavorare come ricercatrice universitaria in linguistica e invece…

Come è nata One Country?

Inizialmente ho lavorato come insegnante, ho aperto una scuola di lingue e facevo la modella nel tempo libero. Ho conosciuto tante persone che cercavano una persona con le mie abilità linguistiche e parallelamente alla scuola ho iniziato a offrire servizi di interpretariato.

Da fare l’interprete ad aprire la propria agenzia però c’è un bel salto!

Nel mio caso penso sia stato tutto molto naturale. Lavorando ho conosciuto persone che avevano bisogno di me e ad un certo punto io da sola non sono più bastata. Così ho formato un gruppo di interpreti freelance di fiducia su cui sapevo di poter contare da presentare ai clienti.

E quando c’è stato bisogno di dare maggior struttura alla nostra attività, il resto è venuto da sé.

Che obbiettivi hai per l’agenzia?

Noi siamo esperti del Giappone. Quello che facciamo è offrire servizi linguistici e non solo a chi viene qui per lavoro e per turismo, ma non solo. L’obbiettivo che ci siamo dati è quello di essere un punto fisso in Giappone e ci sta riuscendo bene.

Da qualche anno oltre ai servizi di interpretariato e traduzione creaiamo anche tour su misura e ora ci stiamo concentrando molto su questo. Poi con il tempo chissà, sognare non costa nulla! 

C’è una domanda che ti viene chiesta più frequentemente?

Sia italiani che giapponesi mi chiedono se sia davvero io la proprietaria. In effetti sono una minoranza nelle minoranze: donna, straniera, imprenditrice a 21 anni; capisco la curiosità di chi mi sta davanti. 

In molte occasioni la mia stessa identità è stata un ostacolo, specialmente nel momento di affrontare la burocrazia giapponese. 

Qual è stata la cosa più difficile nell’iniziare questa attività?

Imparare ad essere una leader e allontanarmi dal campo. So di essere “un’impiegata modello”: parlo 7 lingue, sono gentile e posata, sono molto curiosa e ho sempre voglia di imparare: mi assumerei subito, ma non è un bene. Soprattutto all’inizio, per avere un quadro completo della situazione ho dovuto imparare a fare tre passi indietro e guardare da più lontano.

Ciononostante sono ancora spesso sul campo, mi piace proprio imparare ed è fondamentale per capire come migliorare i nostri servizi.

So che può sembrare una domanda strana, ma tornerai mai in Italia?

Chi può dirlo! La mia famiglia è qui e il paese mi piace molto. D’altra parte mi piacerebbe iscrivermi nuovamente all’università. Il giorno in cui tornerò potrebbe anche non essere così lontano. 

Intervista rilasciata in data 5 maggio 2021.